Un paese di polvere, suoni, silenzi immensi, paesaggi infiniti, orizzonti che sembrano allargarsi senza fine e senza ostacoli. Il deserto del Gobi, le sue dune, un popolo che vive nelle ger, le tende dei nomadi. Gente serena, tranquilla, sempre disponibile e gentile, fiera e quasi nobile nei suoi atteggiamenti. Se ti fermi nella steppa, in sella al suo cavallo o ad una moto probabilmente qualcuno subito cercherà di capire in che modo aiutarvi. Fuori da Ulan Bator una lunga e immensa prateria, che è in continuo divenire. Roccia, deserto, dune, monti, pianura. Caldo a 35° ed il giorno dopo guanti e sciarpa. Il cielo e la terra si toccano e si sfiorano in certi punti sembra quasi di poter toccare le nuvole. E di notte proprio il cielo è lo spettacolo più bello: immenso, stellato, in cui persino scorgi le sfumature di blu della Via Lattea, un cielo senza interruzioni di luci artificiali per chilometri, immerso in un silenzio che mai avresti immaginato potesse esistere.